Campagna adesioni 2007

Un'Aimc aperta alla speranza: 
identità, dialogo, progetto, corresponsabilità

Lo slogan di avvio del nuovo anno assiociativo è tutto giocato su una dimensione che, a una prima lettura, può apparire fin troppo caratterizzata da ottimismo.
Di fronte ai molteplici fattori sociali e materiali che oggi mettono in crisi le persone, caratterizzati dalla difficoltà di entrare nel mondo del lavoro all'incertezza di rimanervi, dalla globalizzazione all'impoverimento delle relazioni interpersonali, dalla relativizzazione dei valori all'offuscamento del senso etico con la perdita di criteri di orientamento e di scelta che porta ad affidarsi all'arbitrarietà delle emozioni... parlare di speranza può apparire problematico.

Eppure in un tempo di sfide contrastanti, siamo chiamati a intercettare le richieste e le domande dei ragazzi e dei giovani, dei genitori e dei colleghi e a cercare risposte coerenti e convincenti alle attese di speranza espresse sia come singoli sia come Associazione. Il tempo che ci è dato vivere è questo: con le sue ombre, ma anche con le sue luci.
Significative, a questo riguardo, appaiono le parole di G. Bernanos che affermava: “La speranza è un rischio da correre. È addirittura il rischio dei rischi.”

Questo rischio l’Aimc vuole correrlo, non promettendo la speranza di cose illusorie, pronte, luccicanti, bensì una speranza che punta diritta al futuro, che riguarda non il singolo, ma l’intera società. Una speranza che l’Associazione contrappone, alle sfide del pluralismo culturale e al rischio della massificazione, attraverso il richiamo all’autenticità e quello, ancor più decisivo, a maturare una chiara coscienza della propria identità.
Fare memoria, quindi, del passato e rivisitare le proprie radici culturali per non smarrire l’identità e non essere omologati e, conseguentemente, disponibilità aldialogo.



Dialogo tra le generazioni (bambini, giovani,adulti, anziani), tra le varie opzioni culturali e sociali presenti sul territorio, tra soggetti appartenenti ai vari “mondi vitali” (famiglia, scuola, Chiesa, enti, istituzioni, associazioni,…), evitando il rischio di essere strumentalizzati e/o asserviti alle esigenze del più forte, perché consapevoli costruttori di un progetto di persona, di bambino, di scuola, di società, e di Paese che, alla luce del Vangelo, reclama il rispetto dell’altro, l’accoglienza del diverso, la collaborazione, la cittadinanza e la partecipazione alle vicende delle istituzioni scolastiche e sociali del proprio territorio.

Il progetto associativo, definito nel XVIII Congresso nazionale ed esplicitato nella Conferenza nazionali di Chianciano, ha trovato conferme e stimoli ulteriori nel IV Convegno eclesiale di Verona, di cui avremo modo di approfondire gli esiti e le piste di lavoro tracciate e che, seppur nelle difficoltà contingenti, siamo invitati a considerare durante il prossimo quadriennio nellacorresponsabilità delle decisioni da prendere, delle iniziative e delle scelte da compiere. Una corresponsabilità che si sostanzia, tra l'altro, anno dopo anno, nella riproposizione dell'adesione all'Associazione da parte di tutte le realtà sezionali a partire dal prossimo gennaio 2007